Età Contemporanea

Foto storica del Golfo di Napoli

Colpita duramente anch’essa, come le altre città italiane, durante la crisi economica del primo dopoguerra, Napoli si rialzò lievemente durante la Dittatura Fascista, ma quest’effimera illusione crollò all’ingresso dell’Italia Fascista in guerra, al fianco della Germania e del Giappone. Semidistrutta dai bombardamenti inglesi tra il ’40 ed il ’41 (che avevano in Malta una formidabile base strategica), da quelli americani tra il ’42 ed il ’43 (alla vigilia dello sbarco di Lampedusa) ed infine da quelli tedeschi tra il ’43 ed il ’45 (dopo il tradimento dell’8 settembre da parte del Re che firmò la resa agli anglo-americani per poi fuggire), Napoli fu la prima città italiana ad insorgere contro l’occupazione militare nazista: in 4 giornate (28 settembre – 1 ottobre 1943), la folla insorse contro i tedeschi, e quando pochi giorni dopo, gli anglo-americani giunsero in città la trovarono già libera, e proseguirono verso Roma. Alla fine della guerra, quando si trattò di votare il passaggio dalla Monarchia (divenuta ormai nell’immaginario collettivo il simbolo del Fascismo) alla Repubblica, Napoli si schierò seppur di misura in favore dei primi, non tanto perché ancora legata al fascismo (tutt’altro!), ma perché larghe fasce di popolazione erano di ceto basso, facilmente condizionabile dalla macchina della propoganda reale. Fatto stà che alla fine vinse la Repubblica, ed infatti non si ebbe alcuna manifestazione di dissenso, tanto che Enrico De Nicola, napoletano, fu addirittura eletto primo presidente della Repubblica. Nel secondo dopoguerra, Napoli ha avuto come molte altre città italiane (seppur in minor parte) un boom economico: edilizia, sanità, istruzione, lavoro. Tutti fattori che riportarono Napoli ad essere la terza città italiana più importante dopo Roma e Milano, ma davanti a Torino, Genova e Venezia. Il boom però finì presto, anche a causa delle speculazioni dei nuovi governi repubblicani, e soprattutto della Camorra, che aveva ripreso il controllo della città durante le 4 giornate, bloccando ogni sviluppo libero e civile della città. “Fuori” dai giochi politici del Palazzo, che si fermavano puntualmente a Roma, Napoli risentì di meno della paura durante il periodo della “strategia del terrore”, che terrorizzava il centro-nord del paese. Tuttavia, gesti eclatanti si ebbero anche nel capoluogo partenopeo, come il rapimento dell’Assessore Regionale Ciro Cirillo da parte delle Brigate Rosse. Durante il terremoto dell’80, che distrusse quasi l’intera Irpinia, Napoli soffrì il riflusso di sfollati dalle zone terremotate, che complicarono il già precario assetto dell’urbanistica cittadina, super-affollata e strangolata da strade strette e dissestate, oltre che oggettivamente vecchie ed inadatte al traffico odierno, ma protette quasi fossero reperti proprio in quanto tali. Negli ultimi anni la città ha saputo reagire all’indifferenza dei governi centrali, che hanno lentamente abbandonato il Meridione al suo destino, alla morsa della Camorra, alla carenza spesso anche dei più semplici diritti, contando solo su sé stessa, ma è indubbio che i problemi sono tanti e che non possono scomparire da un giorno all’altro. Nel 2004, Napoli è andata vicina ad ospitare le gare della Coppa America di Vela, ma proprio i problemi sopracitati hanno fatto sì che la competizione fosse spostata a Valencia. Attualmente le nuove politiche di governo hanno reso possibile il reupero di gran parte del patrimonio storico – artistico, dando alla città un nuovo volto e facendola apprezzare anche a livello turistico. L’ estate 2016 ha fatto registrare un forte aumento di visitatori, forse come non si era mai visto in passato. Nel 2019 Napoli ospiterà le Universiadi.

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